
INCONTRO PASQUALE CON IL VESCOVO EMERITO S.E. ADRIANO TESSAROLLO PRESSO IL CENTRO SERVIZI GIOVANNI BOTTON DI CARMIGNANO DI BRENTA, FONDAZIONE OIC ONLUS

INCONTRO PASQUALE CON IL VESCOVO EMERITO S.E. ADRIANO TESSAROLLO PRESSO IL CENTRO SERVIZI GIOVANNI BOTTON DI CARMIGNANO DI BRENTA, FONDAZIONE OIC ONLUS

Carmignao di Brenta 7 aprile 2025
Presso il Centro Servizi Anziani di Carmignano di Brenta (PD), della Fondazione OIC Onlus, Lunedì 7 aprile 2025 si è tenuto, presso la cappella della residenza, un momento di riflessione Pasquale curato da don Egidio Girolimetto, cappellano e residente presso il Centro Servizi stesso.
Su invito di don Egidio ha tenuto il momento di riflessione S.E. Vescovo emerito di Chioggia don Adriano Tessarollo, originario di Tezze sul Brenta, il quale ha visitato gli ospiti nei vari reparti elargendo la Sua benedizione e soffermandosi a parlare con gli anziani presenti.
Durante l’incontro Sua Eccellenza ha voluto rimarcare l’assonanza dell’incontro con quanto avvenuto ieri in Vaticano nel ricevere gli ammalati ricordando come in questo anno Santo giubilare ricevere e visitare gli ammalati rientra in uno dei gesti proposti dal Santo Padre.
Ripercorrendo la parabola del buon Samaritano il Vescovo Adriano si sofferma su chi sia il “prossimo” affermando che nella cultura antica veniva indicato con tale termine colui che è vicino come può essere un amico, un familiare, uno appartenente alla stessa tribù o comunità. Gesù racconta, invece, di “un tale” derubato e lasciato mezzo nudo tanto da non poter essere riconosciuto dai vestiti che indossa. Questo tale ha una particolarità, si trova nel bisogno.
I passanti non si fermano in quanto non si sentono in dovere di intervenire poiché questo tale non era uno di loro finché non transita qualcuno che non si pone il problema di chi sia questo tale e vede semplicemente in lui una persona che ha bisogno di aiuto. Il buon samaritano prende dunque compassione, cioè patisce insieme al bisognoso, attraverso il processo della commozione; si commuove dell’uomo che vede nel bisogno e ne prova compassione entrando così in relazione con lui.
In sostanza il buon samaritano fa due cose principalmente:
- Presta le prime cure con ciò che ha a disposizione;
- Porta l’uomo nel bisogno presso una locanda e chiede al locandiere di prendersi cura del bisognoso, poi gli dice “abbi cura di lui (…) pagherò io quando ritorno”.
Si vede dal racconto un nesso metaforico tra il buon samaritano e Gesù che ci chiede, come fatto con il locandiere, di prenderci cura del bisognoso e per questo verremo ricompensati al Suo ritorno.
Così il Vescovo ricorda alla platea che tra un mese compirà 79 anni ed è lui stesso ben consapevole che in questa fase dell’età si è maggiormente fragili e dunque bisognosi di un luogo in cui si viene accolti ricordando a tutti i presenti come una residenza per anziani possa essere metaforicamente paragonata alla locanda dove il buon samaritano ha condotto quel tale. Nel servizio offerto tutti i lavoratori porgendo i loro gesti di cura agli ospiti stanno direttamente curando nostro Signore nella carne dei più fragili, sia nella cura fisica che nella presenza costante nei momenti di solitudine.
Tuttavia, riferisce Sua Eccellenza, anche chi viene servito deve aver pazienza della propria condizione e accogliere gli altri cercando di vivere una mutua riconoscenza tra chi serve e chi è servito ribadendo che nel quarto comandamento viene scritto onora tuo padre e tua madre perché da esse hai ricevuto la vita.
“Cristo non ha mani ha soltanto le nostre mani per fare il Suo lavoro oggi”.
La Direzione del Centro Servizi ringraziando S.E. Vescovo Adriano per la preziosa presenza, don Egidio per averlo invitato, i presenti al momento che si è tenuto si unisce con l’augurare una Santa Pasqua a tutti gli ospiti, familiari/caregiver, lavoratori, volontari e alla comunità intera.


